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19 luglio 2013

Il Venerdì del Libro - Il meglio che possa capitare a una brioche di Pablo Tusset

“Il meglio che possa capitare a una brioche è di essere imburrata”

Questo è il primo pensiero di Pablo Miralles, protagonista del romanzo di Tullet. Descrivere Baloo (è il suo soprannome) è davvero complicato: ha trent’anni, non ha un vero lavoro, vive a Barcellona, è un Miralles. Fin qui niente di strano. Peccato che la famiglia Miralles sia milionaria: il Signor Padre ha un conto in banca da far girare la testa, il Meraviglioso Fratello Sebastiàn The First è un imprenditore col fiuto per i grandi affari. Pablito invece va contro corrente. Centoventi chili di pigrizia, è allergico alle relazioni stabili e alle regole imposte dalla società: Bagheera, la Belva Lotus, e una carta di credito da cui attingere quasi illimitatamente a parte. Quando il Meraviglioso Fratello si caccia nei guai, Pablo non esita a mettersi sulle sue tracce e a sfruttare quei lussi che Sebastiàn si è lasciato alle spalle. Tutto inizia con un indirizzo. Barcellona, via Jaume Guillamet 15, e un fazzoletto rosso annodato a un lampione. Improvvisandosi investigatore alla ricerca del fratello misteriosamente scomparso, Pablo scopre quali scheletri si nascondano negli armadi dei Perfetti. Pablo si avvicina così a una nuova realtà, spaventosa e attraente al tempo stesso.

Il meglio che possa capitare a una brioche, è un libro stravagante. Un pò giallo, un pò comico, inquieta e stupisce di capitolo in capitolo, trascinando il lettore per una Barcellona moderna, festante ma anche fumosa. A farci percorrere le sue strade è un personaggio tanto semplice nelle esigenze quanto complesso nell’atteggiamento di fronte alla vita. E poi c’è la Fina, la coprotagonista: capelli arancioni, una vita coniugale deludente, la risata facile. Mai coppia poteva essere peggio assortita, eppure il mix è travolgente.

Il vortice di avventure ed imprevisti va avanti in un crescendo di suspence ed equivoci sino ad un finale che lascia letteralmente senza fiato e fa dire " No, non è possibile!". Lo stile è molto piacevole con dialoghi verosimili (parolacce incluse) ed estremamente divertenti (più volte ho dovuto interrompere la lettura e godermi inarrestabili risate lacrimose). Consiglio vivamente a tutti la lettura di questo romanzo.