Malinconico, con la sua proverbiale irrisolutezza, il suo naturale senso del
ridicolo, la sua tendenza a rimuginare, uscire fuori tema, trovare il comico
nel tragico, il suo riepilogare e riscrivere gli eventi recenti della sua vita
privata (la crisi sentimentale con la sua compagna, le incomprensioni della sua
ex moglie e dei due figli, l’improvvisa diagnosi di leucemia della sua ex
suocera), riuscirà a sabotare il piano dell’ingegnere e forse anche quel gran
casino che è la sua vita.
Attorno alla storia principale il protagonista inserisce dei
temi di contorno che non sono molto diversi dai piccoli grandi problemi che
ognuno di noi affronta quotidianamente (il lavoro, l'amore, la famiglia, il
senso della giustizia) , tutti affrontati con una certa ironia e quel pizzico
di impulsività tipiche dell'avvocato Malinconico. In qualche pagina il
personaggio creato da De Silva filosofeggia un pò troppo, mentre l'argomento
principale avrebbe meritato meno superficialità perche un padre disperato per
la morte assurda del figlio vittima della camorra ma sospettato di essere ad
essa colluso per una seria di fatalità, che cerca di riabilitare la memoria del
ragazzo rischia di diventare una tragica macchietta. La ruspante ironia di Malinconico non risparmia neanche il potente mezzo della televisione con tutti i suoi limiti e le sue falsità impersonate nella esilarante figura di Mary Stracqualorso, una specie di Aldo Biscardi in gonnella (ma molto peggio di lui...). De Silva si prende il rischio di tutti quelli che creano personaggi estremamente ironici , quando questi capitano nelle tragedie e le affrontano alla loro maniera , ti sembra che il loro modo di essere sia un pò fuori posto quasi che noi, un pò da ipocriti magari, pensiamo che non versino abbastanza lacrime, come se il loro senso di distacco dal dolore degli altri non sia quello che spesso "pratichiamo " egoisticamente anche noi .
Alla domanda “Consiglieresti la lettura di questo libro?”
forse risponderei NI …. L’ho letto con piacere ma senza particolare slancio.