L'autrice è una giovane inviata norvegese che entra a Kabul al seguito delle truppe alleate e Sultan Khan è una delle prime persone che incontra. Il libraio è stato incarcerato per due volte in nome della libertà intellettuale e della dignità del suo paese.
Asne viene accolta in casa Khan e diventa per circa un anno "la figlia bionda" del libraio.
Ci racconta storie di libri salvati e squarci di vita quotidiana in Afghanistan attraverso amori proibiti, matrimoni combinati, crimini, punizioni, ma anche solidarietà e legami fortissimi.
Da testimone ci descrive la vita quotidiana di un nutrito gruppo di persone, comandate senza possibilità di appello dal capofamiglia Sultan. Ogni capitolo è dedicato ad un componente della famiglia, ci racconta la sua storia, descrive i suoi sogni ed i rapporti con gli altri parenti. Tutto questo sempre e solo descrivendo, senza lasciar trasparire, se non velatamente, la sua opinione.
Sta a noi trarre le conclusioni e spesso arrabbiarci o stupirci per determinate dinamiche familiari, per la condizione della donna o per il trattamento riservato ai bambini.
A parte le vicende politiche che vengono narrate, rimangono impressi gli usi che ci sono nell'interazione e nei ruoli svolti dai due sessi in ambito casalingo.
La lettura di questa storia mi ha fatto meditare e riflettere sia sul significato di libertà, che cambia molto da posto a posto, da Paese a Paese, da persona a persona.
Ma soprattutto mi ha fatto pensare alla situazione della donna.
Sembrerà retorico ma per noi occidentali la parola libertà ha un'accezione completamente diversa rispetto a quella che hanno per esempio in Afghanistan.
E' un romanzo che si legge con fluidità, un bell'affresco di vita reale dell'Afghanistan del ventunesimo secolo.
![]() |
La copertina del libro L'autrice, "la figlia bionda" del libraio |
Ho letto questo libro qualche tempo fa, anche a me è piaciuto. Impossibile per una donna occidentale non rimanere un po' infastidita da certe situazioni :-(
RispondiEliminaE' importante che ci sia chi scrive libri così, affreschi di vita reale (come lo hai detto tu)...è un ottimo modo per formare le coscienze e far riflettere, ampliando i propri orizzonti e confrontandosi con altre civiltà.
RispondiEliminaMi segno il titolo, grazie!
Non l'ho letto ma conosco di fama questo libro. Ho letto diverse recensioni in merito e ce l'ho già nella mia lista d'attesa. Prima o poi arriverà anche tra le mie mani...
RispondiElimina